Un problema diffusamente sentito in questo periodo di obbligatoria sospensione dei servizi educativi a causa dell’emergenza sanitaria è il pagamento o meno della retta scolastica degli istituti privati.
Già diversi giuristi ed associazioni dei consumatori si sono espressi sul punto, ritenendo, in linea di principio, non sussistere un obbligo alla corresponsione della retta, venuta a mancare la causa del rapporto obbligatorio, richiamando così l’applicabilità dell’istituto giuridico dell’impossibilità sopravvenuta.
Tale impossibilità – è pur vero – ha colpito in maniera disuguale i diversi istituti.
Gli istituti di grado superiore possono, infatti, continuare a garantire, seppure a distanza, le attività formative, non così invece quelli che offrono servizi educativi dell’infanzia (materne e nidi), che realizzano le proprie funzioni di apprendimento attraverso momenti di cura, di relazione, di esplorazione e gioco e che richiedono un contatto personale con il bambino.
Pertanto, se per le prime il pagamento della retta scolastica potrebbe trovare giustificazione nella fruizione del servizio formativo attraverso la didattica a distanza, per nidi e materne l’impossibilità assoluta predetta renderebbe difficile motivare l’obbligatorietà del pagamento della retta per un servizio non reso.
La mancata regolazione da parte del Governo ha, di fatto, obbligato queste ultime scuole a regolarsi da sé, in alcuni casi facendo appello allo spirito collaborativo dei genitori e richiedendo comunque il pagamento della retta scolastica, anche attraverso una rimodulazione dell’ammontare del contributo o attraverso un meccanismo di anticipo sulle future rette, onde evitare il fallimento.
In tale contesto, quindi, l’INPS ha chiarito che sarà possibile usufruire del bonus asilo nido per il 2020 anche per le mensilità interessate dalla sospensione dei servizi educativi per l’infanzia a causa dell’emergenza COVID-19. Ai fini dell’erogazione è richiesta unicamente la documentazione attestante l’effettivo sostenimento della spesa.
